mercoledì 5 agosto 2009

davanti a un monitor... che non respira

semplicemente un fottuto monitor

davanti al quale
la mia immagine riflessa si confonde
tra caratteri ed immagini
alle ricerca di non so cosa

come un oblò
a cui ti affacci per osservar l'etere infinito della rete
sperando di scorgere un cuore meteora
che impatti all'improvviso sul tuo petto
generando stelle di gioia e colore

monitor e tastiera
una sorta di orsacchiotto di peluche
liscio, trasparente e squadrato
per orbitanti adulti di plastica e metallo
che non sanno più toccarsi ed accarezzarsi

dopo l'accensione ammiccante
lo abbracci per ore con lo sguardo stanco dagli occhi arrossati
e ti ci attacchi
come una cozza allo scoglio

senza saper cosa cerchi dentro a quel mutevole quadro che non si appende

risposte?
sintetico conforto?
affetto artificiale?

surrogato di umanità persa e dispersa
che si infila lungo un filo elettrico
pur di evadere
da se stessa

in fuga virtuale
dalla grigia e frustrante routine
di una vita non vissuta
di un lavoro qualunque in cui ti annientano
per dimostrati che tu non puoi e non vali
perché altri han più diritto

quanto sono bravi
loro

e mentre scrivi e ti interroghi
non sai spiegarti
il perché tu possa accettare tutto ciò

ciò che non desideri
che è lontano dal tuo spirito
come il tenace e vitreo diamante è distante
dal caldo, fertile e puzzolente letame

tutto scorre apparentemente senza un senso
è va veloce senza mai sosta, né tregua

Se Pausch fosse stato mio padre
mi avrebbe detto scavalca quel muro
alza i tacchi e corri

come un cerbiatto nel bosco stellato
come un lupo nel territorio innevato

dove l'umano non è disumano
dove l'amore ama sincero
dove la lacrima trova conforto
dove lo sguardo è luce vitale
dove il sorriso non azzanna al collo
dove la natura è sana e imparziale

dove il superfluo svanisce
e l'essenziale fluisce sereno
tra le braccia distese
di nuvole allegre

dove l'esistenza consapevole pulsa gioiosa e solidale

corri veloce ed insegui i tuoi sogni
prima che qualcuno li rubi dal tuo cassetto

prima che il treno della vita
raggiunga la sua ultima stazione senza ritorno

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