martedì 8 giugno 2010

un anno alle ortiche...



eccomi qua
per l'ennesima volta nascosto
dietro
un monitor virtuale
che mi protegge
(anche se
non del tutto)
dal dolore e dalle sconfitte del
mondo reale.

a poco più di un anno di distanza
da quello che
sembrava un contatto diverso,
emozionalmente
importante,
confuso ma appassionante:
TU!


in quest'anno
molte cose sono cambiate
e forse
non tutte in meglio,
ma soprattutto
poche sono
le cose che di te ho capito

anzi, forse
non ne
ho capita davvero nessuna

forse non volevi lasciarti capire davvero

ho cercato di avvicinarmi al tuo caos
anche se
mi avevi avvisato

io,
che del caos degli affetti
conosco le ferite
fino nel midollo profondo
ho scelto deliberatamente

follemente
di rischiare
e di tentare di avvicinarmi


perchè ritenevo che fosse importante,
Amore.


ma come può un animale
seviziato ed impaurito

accettare carezze?
come lasciarsi avvicinare?

come non fuggire?
figuriamoci poi avanzare di suo

incontro a chicchessia?

ed infatti,
ogni volta che la distanza diminuiva

meno della lunghezza di un braccio...
il desiderio era di tuffarsi in un tuo abbraccio
ma il risultato era invece
la fuga incontrollata
e compulsiva

come in un attacco di panico,
ricordo quella volta
in cui
la mascella tremava
in una micro convulsione
inarrestabile
ed a nulla valeva
fare finti
sbadigli
per cercare di distendere la muscolatura


in quello stato
era impossibile la benchè minima
sillabazione.

Io che aspiravo al tuo cuore, alle tue labbra,
ero paralizzato e cercavo di simulare scioltezza

L'unica cosa che riuscivo a fare
era fissarti,
occhi

negli occhi

come
un sorta di dialogo
interiore impercettibile
di cui tu sentivi il suono
, la tensione,
ma non le parole

Non sono mai riuscito a dirti
quello che davvero
desideravo,
non sono mai riuscito
ad avvicinarmi
a distanze inferiori al metro,
quando invece avrei
voluto
entrare nei tuoi vestiti
per starti incollato
alla pelle
in ogni millesimo di millimetro quadrato


Ogni giorno passato di questo anno
senza riuscire a
parlarti
ad avvicinarti,
a chiederti di spiegarmi
il perchè
di tue frasi,
parole, comportamenti,
atteggiamenti

ogni giorno senza dialogo
è stato un giorno di vita
malamente sprecato e buttato

ogni spiegazione non chiesta o non data
è stata

solo fonte di ulteriore dolore,
di ulteriore fuga


ogni giorno
un errore imperdonabile,
una condanna
senza appello,
un urlo soffocato nella gola


la gabbia mentale
in cui sono intrappolato

mi uccide,
lasciandomi morire lentamente,
a poco
a poco,
dentro me stesso
senza scampo.


Qualsiasi resistenza è stata vana,
ti ho perso

perchè non ho mai creduto di poterti avere.

Cos'altro dire?

più senza parole di così
si muore...

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