martedì 21 luglio 2009

delirio virtuale notturno...

tutto tace nel cuore della notte deserta, ed in quella curiosa e confusa stanza semibuia, soltanto il ticchettio nervoso di una tastiera qwerty, di quelle coi tasti a corsa ridotta, mica la vecchia ciabatta che lanciava frustate che quasi sembrava la meccanica olivetti,

...

nella penombra, su di una sedia da trattoria, di quelle di legno impagliate che solitamente vanno in coppia con le tovaglie a scacchi rossi e bianchi, ed un bicchiere di vino rosso da poco, uno strano figuro, ricurvo sul tavolo, alimenta questo acuto picchiettare che continua senza sosta, come un treno lanciato, su binari interrotti

virgola, punto, virgola, virgola, punto e a capo.

l'ispirazione scende dalla fronte, quasi come una goccia di sudore spremuto dalla mente, fino a raggiungere le dita, fin nei polpastrelli, e poi trasmesso, quasi lanciato sui e nei tasti, come un mago lancia la sua polvere magica sul coniglio bianco che si deve tramutare in una colomba e volar via

e i tasti sembrano succhiare avidi
l'energia di ogni lettera, come se sotto la tastiera ci fosse installata una pompa idrovora...

una pompa idrovora?
di questi tempi, con queste calure estive...
sembra un sorta di posizione del camasutra, mah!

chissà a che pensa costui, che starà scrivendo?

una relazione di lavoro forse, oppure una lettera all'avvocato per contestare la solita parcella esosa in cui
sono conteggiati persino i fazzoletti di carta

no, ma non sembra una battitura di quelle incazzate e formali. Assomiglia più all'onda su una spiaggia. Si, si, un'onda. Anzi una marea, probabilmente di cazzate, ma sicuramente una marea, un fiume in piena.

E la forza, come dai polpastrelli di obiwan, fluisce
ai tasti, come in una sorta di arte marziale interna che crea un'energia da non si sa bene, nè dove, nè come, ma tant'è, nessuno ci capisce ma lei fluisce. Fluisce e si infila su, su, dietro alla superficie di uno schermo polveroso e massiccio, che ogni due per tre puzza un po' di cavi elettrici bruciati, di quelli in offerta, che ti tirano dietro, e che se non ti scansi in tempo...
vedi le stelle, anche senza stare all'aperto.

Poi improvvisamente la tastiera a tratti si sofferma come indecisa, canc, canc, canc, e poi riprende con piccole pause, forse riflessioni. Poi pause più lunghe, forse ispirazioni, o riletture generali, di quelle per non perdere il filo del discorso.

Ohibò! s'è fermato...

...

ha riletto tutto... ed all'improvviso... ride!
ride, ride e beve, ribeve e riride

ormai ha capito: è veramente fottuto!

si bruciato tutta la serata!
e si è brasato anche l'ultimo neurone sano...

ed allora inizia a pestare la tastiera contro il tavolo,
contro il monitor, è una furia. I tasti schizzan dappertutto
il video comincia a traballare e fumare...

"maledizione!" grida
"il reale, voglio il reale! basta virtuale!"
e giù legnate sulla tastiera
"voglio comunicare verbalmente di persona, faccia a faccia"
"voglio amare, abbracciare, baciare"

poi all'improvviso si blocca...

si gira, si guarda riflesso in una finestra socchiusa... e sbotta:

"ma tu dove cazzo pensi di andare? la fuori non hai scampo!"
"non c'è posto per i sognatori, nè fuori, nè altrove."
"Puoi solo stare lì, davanti al PC"
"Perchè il virtuale per definizione non esiste nel reale"

e
spegnendo la luce se ne va, ad orecchie basse,
come un cane in castigo, punito per aver sognato
di scodinzolare per un umano.

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